La moda riporta in auge lo scarponcino in tutte le sue varianti: dalla pedula al desert boot, dal biker all’anfibio.

Genericamente parlando, per scarponcino si intende una “calzatura con gambetto alto, tomaia in cuoio ingrassato e suola spessa, eventualmente carro armato”.
Si tratta quindi di una scarpa robusta che rende la camminata agevole anche su terreni particolarmente difficili. Per questo motivo la suola acquista un’importanza determinante nella costruzione della calzatura e deve assicurare un ottimo grip al terreno. A questo scopo nacque la suola “carrarmato”, che si rifà ai tasselli simmetrici e ben marcati degli pneumatici, e viene fabbricata con una speciale mescola in gomma.

A chiudere lo scarponcino sono spesso le stringhe che passano attraverso gli occhielli, ovvero anelli metallici inseriti nella tomaia per rinforzare il profilo dell’asola destinata ad accogliere la stringa oppure, in alternativa, i gancetti per la chiusura.

 

Curiosità

L’intuizione della suola carrarmato è venuta a Vitale Bramani, fondatore di Vibram, che nel 1935 assistette a una tragedia sulle Alpi Occidentali durante la quale morirono sei scalatori che calzavano scarpe non adeguate. Grazie alla sua conoscenza con Leopoldo Pirelli, l’imprenditore iniziò a produrre la prima suola di gomma vulcanizzata con disegno della tassellatura detta a “carro armato” e con caratteristiche di aderenza, resistenza all’abrasione, alla trazione. Nel 1954 gli alpinisti italiani della spedizione sul K2 indossarono scarponi con suola Vibram.  

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