Dai lavoratori agli hippie

Non tutti lo sanno ma il termine sabotaggio, nato durante la rivoluzione industriale, deriva dalle calzature con le quali gli operai — sfruttati o a rischio licenziamento — rallentavano o bloccavano la produzione, introducendole nelle macchine che stavano pian piano sostituendoli nelle manifatture e nelle officine.
Quelle calzature erano i sabot, e grazie all’etimologia abbiamo un’informazione importante riguardo all’altrimenti misteriosa storia di queste scarpe che coprono il piede sul davanti lasciando libero il tallone.

Alcune ipotesi ne fanno risalire l’origine agli antichi romani: i soldati dell’esercito indossavano le caliga, dal fondo in legno simile a quello degli zoccoli dei contadini che si diffusero a partire dal Medioevo nelle aree francofone e germanofone dell’Europa: dall’Olanda al Trentino, dalla Francia alla Valle d’Aosta, passando per il Belgio.

Utilizzati essenzialmente come calzature da lavoro, i sabot non venivano mai adoperati al di fuori dell’ambito casalingo, agricolo e lavorativo, ed erano associati alle classi meno abbienti. A sdoganarli per un uso “urbano” furono invece i rivoluzionari francesi.

Utilizzati essenzialmente come calzature da lavoro, i sabot non venivano mai adoperati al di fuori dell’ambito casalingo, agricolo e lavorativo, ed erano associati alle classi meno abbienti.

Nell’800 e ‘900 tornarono a essere scarpe da lavoro, per poi arrivare, negli anni ‘60 e ‘70, ai piedi degli hippie. Da allora il mondo della moda li ha “incorporati” nell’immaginario condiviso, proponendoli in tantissime versioni differenti: da lavoro (in materiali tecnici e sintetici), da tempo libero (per mare e vacanze), persino da sera.

Il “clicchettio” tipico degli zoccoli in legno ha ispirato anche una danza, la danza degli zoccoli (o clog dance). Nata in Inghilterra durante l’era Vittoriana, ha poi preso piede negli Stati Uniti ispirando la creazione delle moderne scarpe da tip tap.

QUALCHE TECNICISMO

I clogs sono i classici zoccoli, realizzati parzialmente o totalmente in legno.
Possono avere la parte frontale aperta o chiusa ma il tallone è sempre libero. A volte è presente un cinturino.
La suola può essere bassa, col tacco o con la zeppa.
Caratteristici quelli olandesi, con la punte rivolte verso l’alto. I träskor svedesi e i geta giapponesi sono considerati delle varianti locali.
Per sabot si intende la versione francese degli zoccoli.

Oggi ne vengono realizzate molte tipologie: più arrotondate o più squadrate, con e senza pelo, di pelle, cotone, velluto o materiali sintetici.

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