Una storia che coinvolge addirittura due santi patroni dei calzolai
Se esistono tante — e spesso complicate — tecniche di costruzione di una calzatura, i motivi vanno ricercati nelle radici storiche e culturali, negli strumenti a disposizione, nelle evoluzioni tecnologiche ma soprattutto negli utilizzi pratici di quello che sarà poi il prodotto finale.
Una scarpa per tutti i giorni non avrà le stesse problematiche di una da utilizzare per andare a correre, e ciò che si richiede a quest’ultima sarà certamente differente da quello che potrà offrire, in resistenza e comfort per un uso prolungato, un prodotto da lavoro o da montagna.
Proprio per le scarpe da lavoro e scarponcini per scalare le vette o passeggiare tra i sentieri è stata sviluppata la lavorazione Ideal, della quale abbiamo già parlato in passato.
Una sua variante è la tecnica San Crispino. Avendo alle spalle una bella storia, che coinvolge addirittura due santi patroni dei calzolai, merita di essere approfondita.
SAN CRISPINO E SAN CRISPINIANO
Entrambi originari di Roma e appartenenti a ricche famiglie pagane del luogo, Crispino e Crispiniano nacquero tra il 220 e il 230 d.C. e in seguito si convertirono al cristianesimo.
I due lavoravano il cuoio, si facevano pagare poco, e sistemavano gratuitamente le scarpe ai poveri, donandone anche a chi ne aveva bisogno.
Membri di una spedizione evangelizzatrice in Francia, Crispino e Crispiniano vennero arrestati dal prefetto Rizio Varo e, dopo terribili torture, fatti decapitare. I corpi vennero gettati in pasto alle belve, ma questi rimasero illesi, e da allora cominciò la venerazione dei due martiri, prima in Francia e poi nel resto d’Europa.
Per via del loro mestiere, diventarono i santi patroni dei calzolai e di tutti i lavoratori del cuoio, oltre che di due città votate alla produzione di calzature, come San Mauro Pascoli, in Romagna, e Porto Sant’Elpidio, nelle Marche.

(courtesy: Galizio Torresi)
IL CONSORZIO DEI CALZOLAI DI VIGEVANO
Molti secoli dopo, nel 1608, a Vigevano, già allora centro d’eccellenza per la produzione di scarpe, venne fondato, presso la Chiesa della Misericordia, il “Consorzio dei Calzolai” che oggi, dopo oltre quattro secoli, esiste ancora.

(courtesy: Galizio Torresi)

(courtesy: Galizio Torresi)
QUALCHE TECNICISMO…
Il procedimento è simile a quella della lavorazione Ideal. Se in quella il bordo della tomaia viene girato all’esterno della forma e poi cucito alla suola, nella San Crispino, che prende appunto il nome dal santo, indicato come leggendario inventore, la tomaia viene risvoltata internamente sul sottopiede e poi cucita a mano.
Si procede forando la tomaia e la soletta, che vengono poi cucite assieme.
Il prodotto finale sarà flessibile, resistente ed elegante.