Un metodo inventato nel 1869 dal figlio dell’inventore della vulcanizzazione della gomma

La famiglia Goodyear — nome che oggi conosciamo soprattutto per gli pneumatici — ha avuto un ruolo fondamentale per l’industria calzaturiera, grazie a due invenzioni capaci di rivoluzionare il settore e utilizzate ancora oggi, a oltre un secolo di distanza.

La prima invenzione fu quella della vulcanizzazione della gomma, avuta dall’imprenditore americano e chimico autodidatta Charles Goodyear negli anni ‘30 dell’800. Brevettata nel 1844, senza di essa non ci sarebbero state le suole in gomma e soprattutto le sneaker.

Il figlio più grande di Charles Goodyear, che col padre condivideva il nome e l’incredibile spinta per l’innovazione, entrò nell’attività di famiglia e, alla morte di Charles senior, Charles junior si interessò anche al settore calzaturiero. Nella seconda metà dell’800, infatti, grazie al rapidissimo sviluppo dell’industria e delle tecnologie manufatturiere, in tanti provarono ad applicare i macchinari per cucire alla produzione di scarpe, che, essendo fatte a mano, erano molto costose.

Charles Goodyear jr. aprì una sua azienda, acquistò i diritti di alcuni dei tanti brevetti che all’epoca venivano depositati e poi assunse ingegneri e inventori per svilupparli e migliorarli.
Furono molte le macchine che vennero prodotte da Goodyear, che però passò alla storia per il metodo che da allora prese il suo nome: il metodo Goodyear, brevettato nel 1869, permise di produrre a livello industriale scarpe di alta qualità in tempi molto più rapidi e a circa un settimo del costo di un modello equivalente fatto a mano.

Nel video: Francesco Benigno – Lavorazione Goodyear Flex.

QUALCHE TECNICISMO

Il metodo Goodyear consiste in un guardolo — cioè una striscia di materiale, solitamente cuoio morbido ma può anche essere gomma o plastica, che corre attorno all’intero perimetro della scarpa — cucito prima al sottopiede e alla tomaia e poi alla suola.

Questo permette di avere una calzatura molto comoda e resistente, che può essere risuolata anche molte volte.
Il fissaggio tra guardolo, sottopiede, tomaia e suola viene eseguito con una cucitura o da una combinazione tra cucitura e collante.

Nello spazio che rimane tra il sottopiede e la suola viene inserito un materiale poroso e traspirante: il più utilizzato è il sughero.

Le macchine per questo tipo di lavorazione sono ovviamente molto cambiate dai tempi di Charles Goodyear jr., e l’innovazione, in questo campo, è continua. Il principio, però, è sempre lo stesso.

Una variante è la cosiddetta Goodyear Flex: è a tutti gli effetti una costruzione Goodyear, quindi si applica il guardolo alla tomaia ma a posto della soletta interna in cuoio, la scarpa si costruisce a mezzo sacchetto. Si prosegue come se fosse un Goodyear classico, riempiendo con sugherina e poi incollando la suola. Si ottiene così una flessibilità assoluta.

Foto del metodo Goodyear Flex: courtesy Calzaturificio Lancio.
Video della lavorazione Goodyear Flex: courtesy Francesco Benigno

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