Lo stivale sopra il ginocchio ha avuto un revival nelle ultime stagioni, tanto da diventare “un classico”
Cuissard alla francese o Over the Knee all’inglese, lo stivale sopra il ginocchio ha avuto un revival nelle ultime stagioni, tanto da diventare “un classico” nel guardaroba di ogni donna, e anche uomo, poiché sulle passerelle si è visto ai piedi dei modelli (dopo tutto lo “stivalone” nasce proprio al maschile). In materiali stretch come una seconda pelle o più morbidi e avvolgenti, flat o con tacchi vertiginosi, questo stivale può salire di pochi centimetri sopra il ginocchio oppure arrampicarsi sulla coscia.
Un po’ di storia
Gli “stivaloni” nascono come calzature protettive indossate dai soldati in guerra già nell’antichità, salvaguardando le gambe quando si combatteva a cavallo. Nella Francia della prima metà del Seicento i moschettieri, che Luigi XIII aveva scelto come corpo di guardia personale contro gli attacchi del cardinale Richelieu, indossavano bottes à chaudron, i tipici stivaloni con risvolto, chiamati “a imbuto” o “alla moschettiera”. Vennero adottati anche dagli aristocratici per ostentare spavalderia o come simbolo di coraggio.
Come dimenticare allora la favola, la versione più nota è quella trascritta nel 1697 da Charles Perrault, de Il Gatto con gli Stivali? Enormi e alti sembrano inghiottire l’animale che li usa nelle sue scorribande per aiutare il padrone.
Negli anni della contestazione e del femminismo, il cuissard è diventato un cult grazie al film Barbarella di Roger Vadin del 1968, dove Jane Fonda ne indossava un paio di vernice bianca. Ignorato dalla critica alla sua uscita, il film divenne nei 50 anni successivi il più citato nella storia dell’evoluzione della moda, poiché a disegnarne i costumi fu Paco Rabanne, l’allora enfant terrible della moda francese al quale si sono ispirati tanti brand e designer.