Un nuovo brand di calzature genderless che valorizza la tradizione calzaturiera marchigiana

Ritorno alle origini: un richiamo fortissimo che può diventare la scintilla per creare un nuovo progetto che parte proprio dai ricordi, dai rumori, e dagli odori dell’infanzia. E per Paolo Camilli, che si era allontanato dalla sua terra, le Marche, per diventare attore, autore e content creator, quei “sapori” sono diventati gli ingredienti di Vardash, un nuovo marchio di calzature dal recente esordio. Paolo, che per professione assume molteplici personalità, ha debuttato in tv con i programmi La TV delle Ragazze e Gli Stati Generali condotti da Serena Dandini su RAI 3 e, recentemente, fa parte del cast della famosa serie HBO The White Lotus 2, si è ritrovato di nuovo nelle Marche a contatto con la realtà calzaturiera, che aveva abbandonato anni prima. Due mondi apparentemente lontani, in realtà legati dal fil rouge della creatività e del saper fare. “Sono cresciuto nel tomaificio di famiglia a Porto Sant’Elpidio – racconta Paolo – dove si respirava un’aria intrisa di passione e fatica, di gesti antichi. Da 11 anni vivo a Roma, ma non molto tempo fa sono andato a trovare mia zia Simona che ha un calzaturificio e mi è venuta l’idea che avrei potuto creare qualcosa di mio, unendo il mio passato al mio linguaggio di content creator.  Tutto è successo in tempi record (era maggio di quest’anno) e il punto di partenza sono tre modelli di calzature genderless”.

E così nasce il brand Vardash, termine marchigiano “neutro” che sta per “ragazz”, basta aggiungere la vocale e si trasforma in ragazzo, vardascio, e ragazza cioè vardascia. Ma per Paolo il marchio è solo Vardash perchè  i modelli sono senza genere, due mocassini e uno stivaletto.  Quello che li contraddistingue è il messaggio sopra le righe e trasgressivo che il brand comunica con la scritta sulle scarpe “Walk B*tch” in colori diversi, giallo, fucsia verde. Tutto ruota intorno alle Marche, dalla produzione nell’azienda Lab Milano, agli shooting con modelli e fotografi marchigiani e tutto senza rinnegare, anzi esaltando l’esprit del territorio, a partire dal dialetto che sul sito del brand si alterna e si mescola all’italiano. “Agli inizi del mio percorso professionale  – dice Paolo – cercavo di coprire la cadenza marchigiana, invece ora con questo progetto ho cercato di riscoprire e riappropriarmi delle mie origini”. Il futuro? “E’ ancora presto per parlarne, ma non mi dispiacerebbe un’evoluzione che affianchi alle calzature anche l’abbigliamento. Vedremo!”

Flavia Colli Franzone

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