Debutta l'area “Emerging Designer”, che punta l'attenzione sulle piccole realtà della calzatura italiana e internazionale

«È molto importante questo spazio. Per noi è un’esperienza preziosa poter essere qui, e theMICAM ha dimostrato una grande attenzione anche verso chi, come noi, prova a cambiare un po’ le logiche del mercato della calzatura», ci racconta Antonio, che viene da una famiglia in cui si producono calzature da tre generazioni ma ha deciso di mettersi in gioco con Lenora Scarpe di Lusso, marchio che dal 2011 produce calzature femminili interamente Made in Italy, realizzate in uno dei distretti più importanti a livello mondiale, quello di Vigevano. L’altro socio, Dante, è il designer, e proviene dal mondo delle scarpe pensate per ballare il tango: un’impronta, questa, ben evidente nei modelli esposti negli spazi della nuova area Emerging Designer, allestita nel padiglione Luxury della fiera, a pochi passi da alcuni tra i più grandi e importanti brand della moda italiana come Fendi, Ferragamo, Gucci, Prada e Tod’s.

Concetto, questo, ribadito anche da Annarita Pilotti, presidente di Assocalzaturifici, dichiarando che quest’edizione di theMICAM è «speciale perché unisce alcuni dei nomi della moda che hanno reso grande il Made in Italy alle realtà dei designer emergenti che ne costituiranno l’identità futura».

«Vengo da una famiglia che ha sempre lavorato nel mondo delle calzature ma io mi sono fatto coraggio e ho provato a proporre qualcosa di diverso, anche se so che sarà difficile riuscire a far capire il mio prodotto», dice Marco Zanuccoli di SQUARe027

Subito accanto a Lenora c’è SQUARe027, altro esempio di creatività italiana e di coraggio. Anche in questo caso il fondatore, Marco Zanuccoli, proviene da una famiglia e da un paese in cui la passione per le calzature scorre nel sangue di tutti; e lui si è lanciato nel mercato con l’idea di una linea di scarpe ecologiche, realizzate in pelle vegan e materiali di recupero e in fiera presenta la sua prima capsule collection assieme alla nuova collezione per l’autunno/inverno 2017/18.

Ci sono marchi nuovissimi, tra gli Emerging Designer, che come Zanuccoli presentano la prima o la seconda collezione, ed altri che hanno già una loro nicchia di mercato, magari nei negozi di mezzo mondo.
E ci sono ovviamente brand italiani ma non solo: arrivano anche dal Portogallo, come Manuel Dupont, fondato da due fratelli, che presentano la loro prima collezione, caratterizzata da uno splendido lavoro sulle texture e ci invitano a toccare ogni modello, ripetendo «feel it, feel it»; ed è portoghese anche 7 Hills, che ha iniziato l’attività nell’estate del 2015 e arriva per la prima volta in Italia puntando su calzature molto femminili ma confortevoli, con dettagli ispirati ai ghirigori in metallo delle balconate d’epoca.

Oltre a ideare calzature da donna, il designer di Ponggou progetta anche ciò che indossa.

Jimibek Milano si ispira invece al classico maschile, ma con un twist contemporaneo dato da insoliti particolari — suole sportive, X rosse cucite sulla tomaia. Jelmano, il designer e fondatore, è coreano, ma ha studiato design a Milano, al Politecnico, e lì ha deciso di mettere in piedi il suo progetto. Tutti i modelli sono anche rigorosamente Made in Italy, quasi a Km0 visto che vengono prodotti a Cormano, a due passi dalla Madonnina.
Sempre dall’Estremo Oriente, ma stavolta dalla Cina, arriva Ponggou, che però ha base a Londra e nel Regno Unito produce le sue calzature iperfemminili dalle forme affusolate e ispirate alla natura. Basta fermarsi un po’ a osservare ed ecco riconoscere fenicotteri, serpenti, piume d’uccello e — piccola concessione a un’umanissima sensualità — delle piccole e vezzose labbra rosse.

A Londra vive e lavora anche Flora Harrison, imprenditrice di origine cilena che dopo studi di haute couture ed esperienze in svariati settori del mondo della moda recentemente ha fondato un brand che porta il suo nome, col quale produce borse e scarpe da donna pensate per clienti giovani, sensuali, dinamiche e giramondo.
E Londra è anche il quartier generale di Boté A Mano, progetto frutto della storia d’amore di una giovane coppia, Edoardo e Niloufar, italiano lui, iraniana lei. Oriente e occidente si incontrano nelle romantiche scarpe dalle linee ispirate all’architettura persiana ma realizzate in Italia grazie al know how dei nostri artigiani.

Iraniana lei, italiano il marito. Vivono a Londra ma producono in Italia. «Ci sono altri posti dove far produrre scarpe di alta qualità?»

Così ad esempio ci ha detto Kamica Hampton, solare e appariscente imprenditrice texana che ha realizzato il suo sogno di indossare scarpe pensate da lei ed ha appena lanciato il suo brand dedicato a donne che, come lei, vogliono farsi notare, sentirsi «naturalmente sexy» e soprattutto evitare ogni compromesso.
Colori accesi, pelli pregiate, nastri, lacci e tacchi alti: tutto, appunto, Made in Italy.
«E come hai trovato l’azienda giusta?», abbiamo chiesto. «Tra quelle disposte a lavorare per piccole quantità», ha rivelato Hampton.

È d’accordo con lei Ellen Verbeek, che arriva dal Belgio ed i cui prodotti sono caratterizzati da un giocoso orgoglio femminista, ispirati alle architetture art déco e prodotti utilizzando molti materiali naturali (davvero splendidi i tacchi in legno dalle linee arrotondate) sono fatti in Italia.

«Uno dei nostri tacchi, quello a croce, l'abbiamo brevettato. Quello “a paletto” invece, per quanto sembri semplice, richiede in realtà una struttura particolare, tanto che lo facciamo realizzare da un cantiere nautico», dice Erika di Lamperti Milano

Di produttori con cui collaborare il marchio Lamperti Milano ne ha selezionati addirittura tra due distretti, quello di Parabiago e quello di Porto Sant’Elpidio. Fondato da Erika Lamperti e da suo fratello Federico, il brand, che si ispira a miti e letteratura antica, ha presentato la nuova collezione per l’autunno/inverno 2017/18 che prende spunto da una storia cinese del XVIII secolo intitolata Il sogno della camera rossa. La trama di quella storia è piena di personaggi femminili; Erika e Federico hanno immaginato calzature per molti di loro.

Iniziative nate tra amici o da una storia d’amore, aziende create nel proprio Paese d’origine o dall’altra parte del mondo, alle spalle studi specifici in design della moda o della calzatura oppure architetti neolaureati in economia reinventatisi designer, ricerca sulla tradizione oppure sull’innovazione (spesso entrambe contemporaneamente), quel piccolo angolo di theMICAM che ha debuttato quest’anno sotto il nome di Emerging Designer è una sorta di riassunto, in piccolo, del fermento e delle trasformazioni in atto nel mondo della moda in generale e della calzatura in particolare.

Impossibile non restarne affascinati.