Una tradizione che affonda le radici nel territorio campano, ad alto tasso di artigianalità

La storia del sandalo caprese ha radici in un passato lontano, quando l’imperatore Tiberio arrivò a Capri con un paio di calzari dalla suola rigida con strisce di pelle e la leggenda narra che i pescatori dell’isola ne seguirono l’esempio per muoversi facilmente sui ciotoli delle stradine. Anche se diventarono  famosi, e di moda, negli anni Sessanta quando le dive di Hollywood si innamorarono dell’isola e della Costiera amalfitana, ancora oggi la funzione d’uso di questi sandali è quella di camminare a tutto comfort fra le stradine di Capri. Simbolo dell’isola, è ancora il “souvenir” più ambito dai turisti. Ma un vero sandalo caprese è solo quello che viene prodotto a Capri, Positano e nel territorio campano per quell’expertise che proprio gli artigiani locali hanno affinato nel tempo. Un knowhow che ha affascinato Sergio Compagna negli anni Ottanta e che lo ha spinto a cercare maestranze locali per realizzare una linea di sandali-gioiello curati nei dettagli, nei materiali e nella lavorazione. “E’ un lavoro lungo, lento e di precisione – spiega – perché le suole in cuoio sonno tagliate e fresate a mano, le pietre in cristallo sono incastonate una per una. La mia passione per questo prodotto è nata quando ho visto all’opera questi artigiani, che si mettevano in bocca la semenza (i chiodini, ndr) per avere le mani libere per inchiodare la tomaia alla suola. Una operazione che mi aveva colpito e divertito allo stesso tempo. Quelle mani che sembravano “volare” sul prodotto mi avevano affascinato”.

Sergio Compagna ha “esportato” al nord questo gusto del sandalo caprese, che rimane il core business del marchio, vendendo i modelli presso artigiani e boutique di abbigliamento, anche con la possibilità di fare prodotti su misura e personalizzabili con broche e decorazioni-gioiello. “Se il tipico sandalo caprese è l’infradito o la tomaietta a triangolo, abbiamo aggiunto per la primavera/estate 2022 altre proposte con i lacci alla schiava o la doppia fascia in velluto o suede in una vasta gamma di colori, fra i quali spiccano le tonalità marine”. Ad arricchire la produzione estiva, di recente è stata sviluppata anche una linea donna no season di ballerine e slip-on con fondo in cuoio ammorbidito, tomaia in tessuti tartan o in pelle, arricchite e personalizzate da broche. Nuova anche la serie per l’inverno dedicata all’uomo e composta da loafer, college e desert boot, da scegliere con fondo in cuoio o a cassetta. Anche in questo caso, la produzione ha sempre una matrice altamente artigianale.

Flavia Colli Franzone