La storia e l’evoluzione del brand, di proprietà del calzaturificio Marini Paolo, raccontata dal Ceo Roberto Rustichelli
Gli inizi
Una storia che parte da lontano, dal 1918, documentata da un diploma “di anzianità artigiana” che la Confederazione Generale Italiana dell’Artigianato ha conferito al “padrone di bottega” Paolo Marini. In quel documento sono contenute le parole chiave che hanno accompagnato l’evoluzione dell’azienda in oltre cento anni: quel saper fare tipico delle botteghe artigiane, calate nel territorio marchigiano, dove ancora oggi, a San Severino Marche, risiede il calzaturificio, per tramandare un patrimonio di competenze tecniche, che non è andato perso nel tempo anche quando l’azienda ha assunto una struttura industriale. Si sono susseguite tre generazioni della famiglia Marini, fino al 2015, quando si è resa necessaria una svolta imprenditoriale che poteva avvenire solo con una nuova compagine sociale, che ha rilevato l’azienda, come spiega l’attuale Ceo, Roberto Rustichelli. “La quarta generazione non era interessata a questo business – precisa – però ora abbiamo tirato a bordo la quinta generazione con Riccardo e Marianna Soverchia”. E’ sempre Rustichelli a raccontare la storia dell’azienda, come gli è stata trasmessa da Carlo Marini, figlio di Paolo: “Fra le due guerre il fondatore aveva avuto delle difficoltà economiche e si era trasferito a Civitavecchia per fare il ciabattino. Dopo che il porto era stato bombardato era tornato a San Saverino per continuare l’attività che è rimasta sempre radicata nel territorio, anche se non siamo nell’apice del distretto marchigiano di Civitanova e Fermo”. Il cambiamento di produzione era però inevitabile: da ciabattino “evoluto” con zoccoli e ciabatte a calzature uomo per il mondo del lavoro, fino a un prodotto legato alla moda.


La crescita
Se prima degli anni Novanta il marchio utilizzato era Charlie, che strizzava l’occhio all’immaginario americano con una calzatura che ricordava il desert boot, all’inizio del decennio nasce Seboy’s. “Il nome antico del territorio intorno a San Severino è Septempeda – spiega Rustichelli – e dalla crasi fra questo nome e boys è nato Seboy’s”. Il nuovo marchio è coinciso anche con l’introduzione della calzatura da donna, facendo proprio quel look androgino che caratterizzava la moda degli anni Novanta, e con una crescita internazionale. La crisi mondiale del 2007-2008 ha coinvolto tutti i settori e anche quello calzaturiero è stato toccato dalla recessione. L’azienda si è focalizzata sul mercato italiano per poi tornare a guardare all’estero con la nuova compagine societaria e l’ingresso nel 2016 dell’attuale Ceo.

E’ inevitabile che un’azienda si evolva verso una organizzazione industriale, ma si può mantenere anche un’anima artigianale
Roberto Rustichelli-CEO
La qualità
Il made in Italy rimane il punto di forza dell’azienda che ha al suo interno un piccolo reparto di taglio e giunteria, avvalendosi anche di laboratori esterni, quasi a km. 0. “La vicinanza dei fornitori e della filiera ci consente di avere un controllo diretto e costante sulla produzione – conferma Rustichelli – ; la selezione dei materiali, l’attenzione ai dettagli e la cura delle lavorazioni sono altrettanto fondamentali per un accessorio di successo. E’ inevitabile che un’azienda si evolva verso una organizzazione industriale, ma si può mantenere anche un’anima artigianale in alcune operazioni manuali, come quella della spazzolatura e di certe cuciture che conferiscono un valore aggiunto a un prodotto fatto in serie. Le nostre sono calzature che seguono la moda, ma non si può prescindere da antiche conoscenze delle perfette proporzioni e da alcune costruzioni come quelle a sacchetto e ideal, che assicurano confort ai modelli”.

Seboy’s PE23
Il futuro
Con il nuovo management, l’azienda si è posta nuovi obiettivi: l’espansione all’estero, la digitalizzazione, la ricerca e lo sviluppo dei prodotti, sempre nel rispetto dei valori tramandati dalle generazioni precedenti. Consolidare l’Italia e tornare a crescere all’estero, che era stato abbandonato, è fra le priorità per ampliare la distribuzione nei negozi multibrand. In Italia si sta facendo strada un progetto di Seboy’s stores, di cui il primo è stato aperto in franchising a San Severino a settembre 2020 in pieno periodo covid. L’obiettivo è di aprirne altri 4/5 in importanti città e di ampliare la presenza nelle boutique di abbigliamento. “Con le nostre calzature – dice Rustichelli – vogliamo dare alle nuove generazioni il giusto mix fra estetica contemporanea e tradizione delle lavorazioni. Per raggiungere un target più ampio, stiamo ampliando la gamma dei prodotti con modelli più femminili ed è in programma anche una brand extension che comprende la pelletteria e gli accessori per calzature”.

Seboy’s store
