Una storia che si è tramandata di padre in figlio all’insegna dell’evoluzione e della ricerca
LA NASCITA
Quella del Calzaturificio Sabatini di Spoleto non è soltanto una lunga e bella storia, ma anche la dimostrazione pratica dell’antico detto che “è la domanda a creare l’offerta”.
La domanda, in questo caso, era quelli dei tanti minatori che a fine ‘800 lavoravano nelle miniere di lignite della zona di Spoleto, dove si estraeva il carbone fossile da utilizzare nelle acciaierie di Terni.
Gli operai avevano spesso bisogno di aggiustare le loro scarpe da lavoro, in quanto si consumavano rapidamente. Fu così che il giovane Luigi Sabatini, che abitava nella frazione di San Giovanni di Baiano, imparò a risuolarle. Era il 1896, e pian piano il ragazzo affinò le sue abilità, arrivando a costruire ex novo scarponi e scarpe per i minatori, per poi insegnare il mestiere a suo figlio Raffaele, che tra le due guerre mondiali affiancò il padre nell’attività, iniziando la produzione anche di modelli casual di uso quotidiano.
Nel secondo dopoguerra, durante gli anni del boom economico, l’attività, ormai in mano a Raffaele, cominciò ad ampliarsi.
La prima, vera svolta arrivò col Festival dei Due Mondi di Spoleto, storica manifestazione internazionale di musica, arte, cultura e spettacolo. Pensando di approfittare del grande flusso di pubblico, tra la fine degli anni ’50 e i primi anni ’60 Raffaele Sabatini aprì un negozio di calzature: oltre a vendere quelle che produceva nel suo laboratorio di San Giovanni di Baiano, aveva anche i modelli di altri marchi.
In quello stesso periodo entrò nell’azienda di famiglia Gaspare, figlio di Raffaele. Sarebbe poi stato lui a portare la bottega del padre e del nonno verso nuovi traguardi.



LA CRESCITA
Gaspare Sabatini ebbe l’intuizione di spostare la produzione verso gli zoccoli e le calzature comfort, che ancora oggi sono il core business del calzaturificio. A cento metri dal minuscolo laboratorio in cui avevano lavorato suo padre e suo nonno, alla fine degli anni ’60 Gabriele aprì una fabbrica, che lavorava esclusivamente a marchio privato, e negli anni ‘80 decise di chiudere il negozio in centro a Spoleto così da concentrare l’attività esclusivamente sulla produzione.
L’affascinante storia dell’azienda di famiglia, che all’epoca aveva già toccato tre generazioni, divenne l’oggetto di studio di Federico, figlio di Gaspare, che focalizzò la sua tesi di laurea proprio sulle origini e lo sviluppo del calzaturificio.
«Sono praticamente cresciuto qui. La scrivania di mio padre era praticamente il mio tavolo da studio» ha raccontato a Italian Shoes Federico Sabatini, che dal ‘94 lavora a tempo pieno nello stabilimento e, fin dal suo arrivo, ha ampliato la distribuzione sul mercato italiano e spostato la produzione da quella a marchio privato a quella a marchio proprio, andando anche alla conquista dei mercati esteri.
«Ho studiato Scienze Politiche a indirizzo internazionale, conosco le lingue, e quindi a un certo punto ho letteralmente preso la valigetta e sono andato in molti paesi per vendere i nostri prodotti: Stati Uniti, Russia, Emirati Arabi, Giappone, Corea… Sono arrivato anche in Iran. Questa è la quarta fase dell’azienda, come quattro sono le generazioni: c’è stata la fase “paesana” del mio bisnonno, quella “cittadina” di mio nonno, quella “nazionale” di mio padre e, ora, quella “internazionale”».








LA QUALITÀ
Oggi, mentre Gaspare Sabatini, ottantaduenne, continua a lavorare in veste di presidente e responsabile di produzione e sua moglie Luciana in quelle di direttore amministrativo, Federico è direttore generale e commerciale.
Attualmente l’azienda è presente in 30 paesi e lavora esclusivamente con i propri due marchi: Sabatini, venduto nelle calzolerie, ed Hergos, che invece arriva nelle ortopedie e nei negozi di articoli sanitari ed è studiata per chi ha patologie del piede, grazie alla collaborazione con podologi e ortopedici e a notevoli investimenti nella sperimentazione di soluzioni innovative ed efficaci, tanto che molti dei prodotti Hergos sono considerati dispositivi medici.
L’azienda produce totalmente in Italia. Tra le qualità che caratterizzano le calzature ci sono sicuramente la leggerezza e la calzabilità.
Dai primi anni 2000 l’azienda ha anche cominciato a investire tempo e ricerca per riuscire inserire nelle proprie calzature i plantari su misura realizzati dai podologi e dagli ortopedici e la grande sfida, pienamente abbracciata da entrambi i marchi, è quella di svecchiare e rendere attraente sia la calzatura comfort sia quella pensata per le patologie del piede.
Parallelamente alla continua ricerca tecnica — che ha ad esempio portato a raggiungere risultati notevoli, tra cui tomaie elastiche e suole regolabili — c’è quindi anche un’incessante ricerca estetica.






IL FUTURO
L’attenzione del calzaturificio per la sostenibilità ambientale è grande.
Grazie ai pannelli fotovoltaici sul tetto l’azienda è in grado di soddisfare il proprio intero fabbisogno quotidiano di energia, che comunque è piuttosto basso rispetto agli standard del settore essendo una buona parte della lavorazione fatta a mano, quindi senza necessità di macchine.
Per quanto riguarda i materiali, Sabatini sta portando avanti delle ricerche sulla pelle realizzata senza elementi di origine animale ma con scarti vegetali.
A livello sociale, Federico Sabatini punta l’attenzione sull’importanza del Made in Italy: «far lavorare le nostre aziende è fondamentale. A tutti piacerebbe acquistare un prodotto o un servizio pagandolo di meno, ma delocalizzare significa abbandonare le nostre maestranze e il costo sociale di questo è molto alto».
A livello commerciale, il calzaturificio punta al doppio binario del canale digitale, attraverso lo shop online, e dei rivenditori tradizionali, riservando però a questi ultimi l’attenzione maggiore, senza danneggiarli: «Secondo me i rivenditori sono il nostro patrimonio più grande» rivela Federico Sabatini, «per questo abbiamo deciso che per i clienti sia comunque più conveniente andare nei negozi». A tal scopo, la società investe nella pubblicità geolocalizzata, che arriva ai clienti e va a beneficio dei rivenditori di zona, dove vengono indirizzati i consumatori.
«Il servizio online» aggiunge Sabatini, «è pensato per chi abita lontano dai negozi».








