Tema caldo e di grande attualità, la sostenibilità e il suo ruolo strategico per il futuro della moda è stato l’argomento del terzo appuntamento “The age of new visions”, organizzato da UniCredit per l’Italia in collaborazione con Pitti Immagine, Camera della Moda Italiana, Altaroma e Nomisma. Al centro dell’incontro online, l’analisi Nomisma su moda e lusso con il focus sulla sostenibilità.
Lo studio ha evidenziato che il 57% degli europei ha cambiato stile di vita per adottare comportamenti sostenibili. Non solo, dall’inizio della pandemia il 27% dei consumatori italiani ha aumentato l’acquisto di prodotti sostenibili ed ecofriendly e il 21% da punti vendita che promuovono prodotti sostenibili. Prodotti di aziende che operano nel rispetto dei lavoratori sono invece stati scelti con maggior frequenza da 1 italiano su 5. Nei prossimi 12 mesi, per quasi 1 italiano su 2 sarà importante acquistare abiti, calzature e accessori prodotti con metodi che rispettino l’ambiente e tutelino il benessere degli animali. E, ancora, 8 italiani su 10 vorrebbero conoscere la provenienza delle materie prime utilizzate nella produzione di quello che acquistano. Il 72% invece vorrebbe conoscere l’impatto ambientale collegato alla produzione dei prodotti moda e lusso che comprano (in termini di emissioni di CO2, impronta idrica, …). Per le aziende, il Covid ha rappresentato un acceleratore rispetto all’adozione di strategie per la sostenibilità dell’offerta e dei processi produttivi dell’azienda (29% delle imprese), alla revisione della supply chain tramite una catena di fornitura più legata al territorio (20%) e all’implementazione di strategie a favore della sostenibilità sociale (18%). Per le imprese del settore moda e lusso italiano la sostenibilità rappresenta, inoltre, una leva per la ripartenza del settore: nei prossimi 12/18 mesi l’11% proporrà prodotti sostenibili e attenti all’ambiente come strategia di risposta agli effetti e ai cambiamenti generati dal Covid, il 6% – per lo stesso motivo – adotterà processi di produzione a basso impatto ambientale, mentre il 4% per la riprese dell’azienda investirà in iniziative e strategie sostenibili.
Il tema della sostenibilità è caro anche alle Istituzioni del settore: Altaroma ha annunciato che nel prossimo concorso Who’s on Next ci sarà una sezione dedicata alla moda sostenibile, Pitti Immagine la lanciato con UniCredit il progetto Sustainable Style sulla piattaforma Pitti Connect, con 13 creatIvi che lavorano in un’ottica di etica sociale conciliandola con stile e creatività; Camera Moda ha pubblicato le linee guida sulla sostenibilità ambientale e si appresta a metà dicembre a lanciare uno studio che ha analizzato il mondo del lavoro nel settore della moda.
Simone Cipriani, responsabile Ethical Fashion Initiative, ha ricordato la mission di questo programma, nato in seno alle Nazioni Unite, che è quella di lavorare per uno sviluppo sostenibile dell’industria della moda. Si sono poi susseguiti gli interventi di imprenditori sia del settore tessile sia dell’ abbigliamento. Sergio Tamborini, amministratore delegato Ratti, ha sottolineato come l’azienda abbia una storia importante di responsabilità culturale nei confronti del territorio, dell’ambiente, delle persone. Giulio Bonazzi, ceo di Aquafil, ha ricordato come l’azienda abbia messo a punto un processo per rigenerare il nylon 6 e dargli nuova vita. Di li è nato Econyl, il nylon sostenibile ormai utilizzato da molte aziende della moda, fra cui Prada. Lavinia Biagiotti, presidente e ceo di Biagiotti Group, da sempre è guidata nel suo lavoro dal rispetto per l’ambiente, per il territorio (grazie ai numerosi restauri sponsorizzati a Roma), le persone (valorizzando gli artigiani locali), e il suo brand è riconosciuto come espressione di una moda durevole nel tempo. Margherita Maccapani Missoni, direttore creativo M Missoni, ha ribadito il proprio commitment verso temi eco-friendly e di inclusività e ha spiegato il concept della linea che disegna: lavorare sulla memoria del marchio Missoni ma utilizzando stock di filati e tessuti che erano nei magazzini dell’azienda e dei fornitori per arrivare al motto “re-use, re-mix, re-spect”.
Flavia Colli Franzone