L’edizione 2023 dell’ “Osservatorio donne e moda”, evento organizzata da PwC Italy e Il Foglio della Moda, si è svolta il 3 maggio allo Spazio Lineapelle di Milano. Durante l’incontro è stato presentato l’aggiornamento della ricerca “La moda e il lavoro femminile” alla quale hanno contribuito anche le principali associazioni di settore, fra cui Assocalzaturifici, che all’incontro era rappresentata dalla presidente Giovanna Ceolini. Per il settore e la presidente stessa, il tema della formazione è di grande importanza per mantenere alto il livello delle competenze e non perdere di vista l’aspetto artigianale. “La presenza della componente femminile nella Moda – ha detto Ceolini durante il suo intervento – ha una lunga tradizione motivata dal carattere di artigianalità tipico del settore in cui le donne hanno maggiore possibilità di esprimere la propria creatività e sensibilità. Queste “mani” hanno un grande valore”. Il comparto calzaturiero, infatti, ha una componente importante di quote “rosa”, riflettendo la situazione generale dell’industria della moda che, da un recente rapporto sull’Imprenditoria femminile di Unioncamere, si guadagna il secondo posto tra i comparti a maggior componente rosa con il 37,7% (dopo Wellness, Sanità e Assistenza sociale che toccano il 59,1% e prima di Istruzione e Turismo&Cultura, con un 36,3%). Nel settore dell’industria della pelle il dato sale al 48,6% del totale. Rispetto alla presenza delle donne in fabbrica, diversa è ancora la situazione per quanto riguarda i ruoli apicali, presieduti per lo più da uomini. La stessa Assocalzaturifici solo 8 anni fa, per la prima volta, ha nominato una presidente donna. Ceolini ha ricordato che il nostro sistema lavorativo ancora oggi pone degli ostacoli e pare intralciare le donne nel raggiungere posizioni apicali fin dalla formazione, spesso non orientata a rivestire ruoli strategici e dirigenziali. Inoltre si paga l’assenza di aiuti adeguati da parte dello Stato in un percorso formativo che le vede abbandonare la carriera prima di arrivare al vertice.

Antonio Mancinelli intervista Giovanna Ceolini
La formazione è quindi un nodo centrale per la carriera al femminile e comporta anche il problema del ricambio generazionale. “Stiamo vivendo un paradosso: proprio nel momento in cui cresce la voglia di Made in Italy nel mondo, si evidenzia anche la discrepanza tra la domanda del mondo del lavoro e le competenze offerte dal mercato. – ha detto la presidente – Ragazze e ragazzi sono ancora vittime del pregiudizio secondo cui lavorare nella moda significa fare gli stilisti. Ma non è così. Lo stilista è solo l’apice di una catena che si compone di tantissimi professionisti con grandi competenze specifiche senza cui quest’ultimo non avrebbe ragione di esistere. La formazione tecnica e il lavoro in azienda sono visti ancora come qualcosa di serie ‘B’. Pertanto io ritengo utile, innescare collaborazioni con le istituzioni, le scuole professionali, le associazioni”.