A fine settembre il lancio del progetto che nasce dalla passione di un giovane designer
Ci sono tre concetti dai quali nasce il progetto Lord: passione, resilienza e determinazione.
Si potrebbe aggiungerne un quarto ed è un pizzico di spregiudicatezza, in senso buono, che solo i giovanissimi hanno nell’affrontare la vita. Perché Lorenzo Gramegna ha iniziato veramente giovane a costruirsi un percorso di vita e di lavoro che oggi, a 26 anni, è sfocato nel progetto Lordh di calzature maschili fatte a mano.
Lorenzo infatti, di origini pugliesi, lascia molto presto la famiglia per dedicarsi allo sport e approdare in serie B nel campionato di pallavolo. Anche la sua altezza di 1.98m e il numero di piede n. 48 hanno contribuito alle sue scelte future, ma il primo colpo di fulmine con gli accessori è arrivato, dopo aver lasciato a seguito di un infortunio lo sport, con una esperienza nel reparto vendita di Gucci a Bari. Lì è venuto in contatto con gli artigiani che marchiavano i prodotti con foglie d’oro per imprimere il logo o le iniziali dei clienti, assorbendo così il fascino del lavoro artigianale. Con le calzature è entrato in sintonia lavorando, a soli 20 anni, come capo area alla Globo Moda e imparando le dinamiche del retail. “Ma ancora non ero soddisfatto – spiega Lorenzo – e sono andato “all’avventura” a Londra dove ho lavorato da Uniqlo e, dopo poco, sono stato nominato best customer advisor, diventando in seguito supervisor di un piano del negozio. Mi sarebbe piaciuto frequentare il Central Saint Martins College, ma era troppo costoso e quindi sono tornato in Italia e mi sono iscritto al Politecnico Calzaturiero di Vigonza”. E qui inizia il vero percorso pratico, come apprendista al calzaturificio Voltan di giorno, e di sera per passione a bottega da un artigiano calzolaio giapponese, Koji Yamazaki, che Lorenzo chiama “il mio maestro” e dove ha appreso i segreti e l’arte del fatto “veramente” a mano, e senza l’uso di macchine, per lavorazioni complesse come la goodyear e la norvegese. “Per realizzare dopo l’orario di lavoro il mio primo paio di scarpe, una francesina blake, – dice il designer –, ho impiegato due mesi”.
Nonostante il suo attuale lavoro al calzaturificio Antonio Barbato in Riviera del Brenta, dove segue le calzature di Saint Laurent, Lorenzo ha deciso di creare un proprio progetto, Lordh, pensando anche a quegli uomini che hanno numerazioni alte, fino alla 52.
“Faccio la mia linea a Napoli – continua – dove sono specializzati nella pelle in “crust” o bianca, cioè in quello stadio dove non è stata ancora sottoposta alla tintura, proprio per poter essere rifinita e quindi personalizzata con texture e sfumature particolari. Le tomaie delle mie scarpe sono quindi, potremmo dire, “tinte in capo” per ottenere,appunto, sfumature diverse da paio a paio”.



Tutto è pronto quindi per il lancio del progetto a fine settembre che inizia con la vendita online con due settimane di pre-ordini. Otto modelli, tributo allo stile senza tempo e senza stagioni che, partendo dal crust vengono poi sfumati in nero, blu, marrone e cognac: la loafer, il mocassino con nappine, il wholecut, il derby, l’oxford, il double monk, il boot laced-up e lo stivaletto beatle.
Si tratta veramente di un prodotto tutto e completamente fatto a mano?
“E’ sicuramente una calzatura artigianale con fasi manuali, come il taglio e il finissaggio, – sintetizza – ma con altre velocizzate dalle macchine come le fasi del montaggio.
Vorrei però precisare che tutti i modelli hanno un prezzo interessante, che non supera i 225 euro per il consumatore, in quanto tagliamo tutti i costi di distribuzione e riduciamo i nostri margini di guadagno, nella tutela però degli artigiani che lavorano a questo progetto”.
Lorenzo è certo che il tempo gli darà ragione!
di Flavia Colli Franzone
