Il 18 maggio è la Giornata Internazionale dei Musei. Noi la celebriamo raccontando cosa custodiscono e come sono nati

Come ogni anno dal 1977, il 18 maggio l’ICOM (International Council of Museums) celebra in tutto il mondo la Giornata Internazionale dei Musei. L’Italia, che nel settore della calzatura, rispetto agli altri paesi manifatturieri, si contraddistingue per i distretti, ciascuno con la propria specificità, tradizione, knowhow, vanta anche alcuni musei che raccontano la storia mondiale della calzatura attraverso modelli storici di varie parti del mondo, ma documentano anche il saper fare locale. Per lo più espressione di lungimiranza e di passione di imprenditori che hanno raccolto testimonianze del passato e del territorio, questi musei non sono mai statici, ma sempre dinamici e ospitano mostre a tema, laboratori ed eventi. Ecco i 5 musei della calzatura più noti in Italia.

Al Museo Salvatore Ferragamo di Firenze continua la mostra Donne in Equilibrio

Nato nel 1995 a Palazzo Spini Feroni per iniziativa della famiglia Ferragamo con l’intento di diffondere la storia dell’azienda e le qualità artistiche e le creazioni del fondatore, il Museo è reso dinamico con il susseguirsi di mostre e tematiche legate all’arte, al design, alla società. Ogni volta quindi si presenta diverso, cambiando i contenuti e l’allestimento. Attualmente è in corso la mostra Donne in Equilibrio, prorogata fino al 10 settembre 2023. Pensata per onorare la memoria di Wanda Miletti Ferragamo, che ha guidato l’azienda dal 1960, anno della morte del marito, fino al 2018, la mostra tratteggia attraverso oggetti, abiti, filmati e fotografie l’attività e le scelte non solo della protagonista ma anche di quelle donne coraggiose che hanno guidato l’imprenditoria italiana fra gli anni Cinquanta e Sessanta, contribuendo al “miracolo economico” in ambiti lavorativi che fino ad allora erano riservati quasi esclusivamente agli uomini. La mostra è completata da un altro progetto espositivo, solo digitale, realizzato in collaborazione con il corso Arts Curating di Istituto Marangoni Firenze nel quale sono state raccolte e commentate opere e testimonianze di undici artiste internazionali, in una riflessione corale sul tema delle identità, soggetto centrale della nostra condizione contemporanea.

Museo Ferragamo – mostra “Donne in Equilibrio” – ©2022 Guglielmo de Micheli

Modelli da tutto il mondo al Museo della Calzatura di Vigevano

E’ l’esempio di come un museo possa nascere dalla passione di un singolo imprenditore. Pietro Bertolini, fondatore a Vigevano della Ursus Gomma, già negli anni Trenta del secolo scorso iniziò a raccogliere calzature storiche, documenti, oggetti che furono poi donati al Comune per dar vita nel 1958 a un museo della calzatura pubblico. Dal 2003 è collocato nel Castello Sforzesco e ora occupa i locali sopra la seconda scuderia. La storia della calzatura si intreccia con la storia dell’imprenditoria locale e dei protagonisti dell’epoca d’oro vigevanese negli anni ’50 e ’60, ma le scarpe in mostra provengono da tutto il mondo.  Sicuramente degna d’attenzione è la sezione etnica con le calzature giapponesi (i tradizionali modelli geta e zori), cinesi (le scarpette per piedi rattrappiti), gli stivali esquimesi, i sandali africani e le babbucce indiane. La Wunderkammer, o camera delle meraviglie, propone calzature estrose e curiose. La sezione storica, invece, si focalizza su una vera chicca a cui è dedicata una sala: la pianella della fine del XV secolo di Beatrice d’Este, che aveva soggiornato a Vigevano con la sua corte. Ci sono poi scarpe che vanno dal XVIII agli inizi del XX secolo e modelli appartenenti a personaggi famosi per arrivare alle scarpe autarchiche degli anni Trenta, ai modelli classici ed eleganti degli anni ’50 e ’60, fino alle creazioni dei più noti e blasonati stilisti contemporanei e designer emergenti.  Un’area del museo è dedicata al tacco a spillo, che sembra abbia avuto i natali proprio a Vigevano nei primi anni ’50, simbolo di seduzione e femminilità, tutt’oggi indiscussa prerogativa della calzatura made in Italy.

Al Museo dello Sportsystem di Montebelluna si affrontano anche temi di attualità

Il distretto della calzatura sportiva si racconta nel Museo dello Sportsystem, fondato nel 1984 da un gruppo di imprenditori che volevano promuovere il territorio locale e le relative competenze. Si sviluppa in otto sale, di cui le prime seguono un orientamento cronologico per quanto riguarda lo sviluppo delle calzature da montagna e gli scarponi da sci nel Distretto dello Sportsystem, per poi diventare più tematico focalizzandosi su alcune tipologie di calzature legate ad una specifica disciplina sportiva e calzate da un importante atleta di riferimento. Al centro del percorso si trova la galleria dei campioni in cui vengono esposte scarpe di molteplici discipline sportive (si passa dallo sci di fondo, al motocross, dal basket alla scherma, ecc..) prodotte dalle aziende del distretto e firmate dai grandi campioni che le hanno utilizzate. Le sale del primo piano sono intitolate ai benefattori e storici fondatori di alcune delle più importanti aziende del settore. Nel museo si può ripercorrere la storia e l’evoluzione dei vari prodotti, dalle origini della tradizione calzaturiera montebellunese con calzature da lavoro e alcune attrezzature sportive (ciaspole, pattini da ghiaccio e slittino) di fine Ottocento, agli scarponi da sci degli anni ’30, ’40, ’50 e ’60 fino ai modelli in plastica che hanno valso a Montebelluna la fama di capitale dello scarpone da sci a fine anni ’70. Per arrivare alle scarpe da calcio, ciclismo, pattini da ghiaccio e a rotelle e altre discipline legate alla montagna, allo snowboard, al telemark e all’alpinismo estremo.

Fra gli eventi in programma, due sono gli appuntamenti del mese di giugno: il giorno 16 verrà affrontato il tema delle Certificazioni per il settore della calzatura sportiva con particolare attenzione alla sostenibilità. Il secondo evento dell’ Osservatorio Economico Sportsystem si terrà il 30 giugno e vedrà la partecipazione di CCIAA/TV-BL, Intesa S.Paolo, Confartigianato, che attraverso i relativi uffici studi presenteranno i dati economici aggiornati sul distretto.

Laboratori didattici ed eventi al Museo della Calzatura di Villa Foscarini Rossi

Un pezzo di storia calzaturiera della Riviera del Brenta passa attraverso la Rossimoda, azienda legata all’imprenditore Luigino Rossi che, in occasione dei 50 anni di attività nel 1995, ha creato il Museo della Calzatura nel complesso architettonico di Villa Foscarini Rossi a Stra. La collezione in mostra si compone di 1500 modelli di calzature femminili nate dalla collaborazione con brand blasonati del lusso e prodotte dall’azienda dal 1947 ad oggi. Modelli di Kenzo, Pucci, Lacroix, Fendi, Ungaro, Dior, Saint Laurent, Celine, solo per citare alcune griffe presenti, la cui abilità manifatturiera vuole anche testimoniare il saper fare della Riviera del Brenta e documentare l’evoluzione del costume e della moda nella seconda metà del Novecento. Il Museo ospita anche laboratori didattici ed eventi.

Fra storia e attualità il Museo di Sant’Elpidio

Nel centro storico di Sant’Elpidio a Mare, al primo piano dell’ex convento dei Padri Oratoriani della Congregazione di San Filippo Neri, è situato il Museo della Calzatura “Cav. Vincenzo Andolfi”, creato nel 1998. Un racconto attraverso i manufatti, ma anche l’evoluzione dei processi produttivi e del saper fare tipico dell’industria marchigiana.   La collezione, forte di migliaia di calzature, forme, e utensili per lavorazioni, è suddivisa in tre sezioni. La prima è dedicata alle “Calzature di ogni tempo e luogo” con esemplari che spaziano dai calzari romani fino al Novecento. La seconda sezione “Scarpe dei personaggi famosi”, espone calzature di personalità importanti del mondo religioso (come Paolo VI, Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II), politico, sportivo, premi Nobel (Sir Derek Walcott, Dario Fo), e personaggi dello spettacolo, come Milva, Bobby Solo, Beniamino Gigli. La terza sezione dal titolo “Industria calzaturiera marchigiana” è focalizzata sulle aziende locali e conserva una fedele riproduzione di una bottega artigiana di calzolaio, con l’esposizione di diversi antichi utensili usati per la fabbricazione a mano delle calzature.