Dalla Green Zone a Micam con protagonista il brand ACBC al marchio di certificazione VCS, la sostenibilità coinvolge gli accessori

[In cover: la nuova MICAM Green Zone]

Nel mondo della moda e degli accessori ricerca fa sempre più rima con sostenibilità, una necessità sentita dai consumatori e ormai percepita come urgente dalle aziende. Se tutte le manifestazioni della moda puntano su contest alla scoperta di nuovi brand e startup sostenibili, anche Micam Milano ha allestito per la prima volta una Green Zone dove la sostenibilità è stata affrontata sotto vari aspetti. Innanzitutto era presente l’azienda ACBC, che per prima ha ottenuto la certificazione B Corp in Italia, dimostrando di operare entro standard specifici, con un forte focus su governance, comunità, persone, clienti e ambiente. La mission del brand, fin dalla sua nascita nel 2017, è sempre stata quella “di produrre calzature green con un approccio innovativo e produrre prodotti innovativi con un approccio green”, dicono in azienda, con l’intento di promuovere abitudini di consumo e acquisto più consapevoli. E così per l’autunno-inverno 22/23 nella collezione Evergreen ci sono sneaker con tomaia realizzata in GrapeBase, un materiale ad alto contenuto di materie prime riciclate e vegetali, in particolare la biomassa vegetale deriva dagli scarti dell’industria vinicola italiana che comprende bucce d’uva, raspi e semi, oppure in HempFiber, la fibra di canapa che è fra le più sostenibili poiché non richiede pesticidi e il 60% in meno di acqua rispetto al cotone o, ancora, tomaie in fibra di legno. Le suole sono in gomma riciclata, la soletta in sughero, il sottopiede in schiuma PU riciclata e la tallonetta in materiali recycled provenienti da cactus, mele, mango.

Queste caratteristiche hanno stuzzicato l’interesse di numerosi brand della moda e sono nate collaborazioni e capsule di accessori, tanto che oggi ACBC è partner nell’ambito della sostenibilità di 28 brand fra cui Missoni, Maliparmi, Save the Duck, La Martina, Piquadro, Geox, Rewoolution, Philippe Model Paris, solo per citarne alcuni. Così con Missoni è nato il modello unisex Basket ’90 con il celebre zigzag e la tomaia ricavata dagli scarti di frutta, la fodera e il tallone in plastica riciclata, la suola in gomma e materiali derivati dal mais. Dalla collaborazione con Save the Duck è nata la sneaker Paw realizzata con materiali parzialmente riciclati, mentre per Maliparmi il progetto Re-volution è stato il primo passo nel green attraverso l’impiego per la tomaia di Re-Botilia, materiale derivato dal riciclo post-consumo di poliestere e di bottigliette di plastica, di Re-Rubber per la suola, gomma riciclata dalle suole di altre sneaker e da pneumatici di automobili, di cotone organico per i lacci. Per Rewoolution, brand del Gruppo Reda, la sinergia ha dato vita alla calzatura performante Woolflyer, cruelty-free e bio based, studiata per attività di soft performance nel rispetto della natura; il modello si distingue per suola in EVA e AlgaFoam, una schiuma ricavata dalle alghe, e la  tomaia  in tessuto tecnico prodotto a partire dalla Lana Merino certificata ZQRX, etica e sostenibile.

Nella Green Zone erano presenti anche 20 teche contenenti altrettante calzature di brand a vocazione sostenibile. Ma il vero fiore all’occhiello della manifestazione e di Assocalzaturifici è l’esordio del marchio di certificazione VCS (Verified and Certified Steps), studiato per l’industria calzaturiera che punta ai più alti standard di sostenibilità, e spiegato proprio al Micam, attraverso dimostrazioni live, a buyer e aziende che si vogliono avvicinare alla certificazione. Un tool di facile utilizzo che misura le performance aziendali sui temi sociali, ambientali e di governance.