Il brand utilizza pellami al vegetale, lavorazioni accurate e macchinari a basso impatto ambientale

Precursore della sostenibilità, il marchio Henry Beguelin ha dimostrato già agli inizi degli anni Ottanta l’attenzione per il riciclo e il riuso dei materiali, assecondando un percorso che oggi la moda ha scelto come mission. Infatti, un gruppo di amici all’Isola d’Elba iniziò ad assemblare, quasi per caso, accessori in vacchetta e materiali riciclati, come le lattine e le cannucce che si trovavano sulla spiaggia. A distanza di 40 anni il brand, che fa capo a Tullio Marani, prosegue nella filosofia di produrre accessori, fra cui le calzature, ma anche abbigliamento e oggetti d’arredo, con pellami conciati al vegetale, collanti a base d’acqua, cuciture realizzate a mano e l’uso di macchinari che non impattano sul riscaldamento. Così la collezione autunno-inverno 22/23 è un elogio del fatto a mano, espressione del made in Italy, che coniuga tradizione e innovazione. Il logo stesso, un omino ricamato a mano sul prodotto, diventa garanzia dell’artigianalità e della qualità dei materiali e delle lavorazioni. Le calzature spaziano dai modelli classici a quelli più contemporanei fra i quali le sneaker e gli stivaletti, optando per pellami morbidi come il cervo e un tessuto a maglia stretch abbinato a dettagli in pelle.