Col suo marchio Giotango vende calzature da tango su misura in tutto il mondo
«Il tango trasgredisce e lì sta la sua attrattiva. In quella sensazione di libertà che accende tutti i tipi d’emozione.
Il tango conquista in modo semplice perché l’ascoltarlo o vederlo ballare invogliano ad infilarsi un paio di scarpe da tango e lasciarsi condurre», diceva il grande scrittore e poeta argentino Jorge Luis Borges, che sul tango scrisse poesie, brevi saggi e organizzò conferenze.
Ma per ballare una danza tanto passionale, intima, malinconica ma potente, servono scarpe che abbiano tre caratteristiche fondamentali, e cioè che siano belle, comode e robuste. E forse, per fare delle calzature così, la figura giusta è quella, più unica che rara, di un artigiano come Giovanni Dolci.






Dolci, che tre anni fa ha fondato il suo marchio Giotango, riunisce infatti tutte le competenze necessarie per essere tra i pochissimi uomini al mondo a poter fare le scarpe perfette per questo ballo: un diploma da podologo, una successiva formazione come stilista e modellista di calzature e una bruciante passione per il tango, che insegna anche.
Originario di Reggio Emilia, Dolci ha un laboratorio in provincia, a Sant’Ilario d’Enza, dove ripara e realizza modelli da donna e da uomo, perlopiù su misura, con clienti che fanno i loro ordini da tutto il mondo, fino in Giappone.





Più robuste delle normali calzature, quelle di Giotango, si possono però tranquillamente indossare tutto il giorno. Lo testimonia una sua cliente, che sul sito del brand di Dolci scrive: «Sono come un guanto amorevole, rispettoso e robusto al contempo». Mentre un’altra: «il piede ha 28 ossa, 27 articolazioni, 100 legamenti, 23 muscoli. Se devi anche ballarci… ci vuole una scarpa che sia degna».