Tra i simboli del “Made in Montegranaro” c'è un'azienda che ha alle spalle un secolo di arte calzaturiera
LE ORIGINI
All’indomani della Grande Guerra, mentre il Paese stenta ancora a riprendersi, nella piccola cittadina di Montegranaro, sulle colline attorno a Fermo, un giovanissimo artigiano si rimbocca le maniche e, nel piccolo laboratorio allestito sotto alla sua stessa casa, comincia a produrre scarpe, lavorandole interamente a mano.
Il ragazzo si chiama Adelio Franceschetti. Lui ancora non lo sa, ma sarà il capostipite di un’azienda, Franceschetti, che nei decenni seguenti raggiungerà il successo internazionale e contribuirà ad accrescere il prestigio di un territorio nel quale l’arte calzaturiera è conosciuta fin dal quattordicesimo secolo.
Dopo i primi passi della sua avventura imprenditoriale, Adelio apre le porte della sua bottega ai figli Annibale e Ugo, che lo aiutano a fondare il Calzaturificio Adelio e a superare le enormi difficoltà causate dalla Seconda Guerra Mondiale, prendendo successivamente le redini dell’attività quando, nel 1957, il padre viene a mancare.
LA CRESCITA
In mano ai fratelli Annibale e Ugo il laboratorio cambia sede più volte, incrementando la produzione, assumendo nuovi dipendenti e installandosi, nel 1965, in quella che è ancora oggi la sede dell’azienda.
Gli anni ’80, quelli della crescita economica, dell’affermazione del Made in Italy a livello internazionale e della trasformazione di molte realtà artigianali in strutture di tipo industriale, coincidono con l’arrivo della terza generazione della famiglia Franceschetti.
I tre figli di Annibale — Delio, Emilia e Sara — fondano la Franceschetti Srl, che inizia fin da subito a lavorare anche coi mercati esteri, dall’Europa Centrale all’Estremo Oriente, espandendosi poi anche negli Stati Uniti e nel Medio Oriente.
LA QUALITÀ
Da un secolo Franceschetti rappresenta, nel mondo, il cosiddetto Made in Montegranaro, ovvero un territorio sinonimo di eccellenza, specializzato nella calzatura da uomo.
Scelta e finitura del pellame, tintura a mano, costruzione del fondo realizzata interamente in azienda a partire dalla materia prima, cuciture artigianali, rifiniture manuali, lunghe e numerose lucidature e attenzione a ogni singolo dettaglio sono le caratteristiche principali delle scarpe Franceschetti, che necessitano di circa 200 passaggi prima di finire nelle scatole, pronte per la distribuzione e la vendita.
Oltre al marchio legato al nome della famiglia, il calzaturificio opera con altri due brand di proprietà — Lendvay & Schwarcz, pensato per il mercato dell’Europa Centrale e contraddistinto da modelli classici ispirati alla calzoleria austro-ungarica, e W.Gibbs, specializzato in esemplari dal gusto tipicamente british — oltre a una linea femminile e a una serie di capsule collection, tra cui la recente Pi50 by Franceschetti.
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IL FUTURO
«In un mercato dove la concorrenza è sempre più accesa sopravvivi e cresci soltanto se sai differenziarti. La ricerca continua nella progettazione della scarpa e nell’innovazione di prodotto è stata la nostra vera forza ed è ciò che ancora oggi ci sostiene nel nostro progetto imprenditoriale. Nel tempo il prodotto Franceschetti si è evoluto, è diventato sempre più personalizzato. Il mercato luxury è soltanto una nicchia, ma se l’approccio è internazionale puoi avere buoni risultati».
A dichiararlo, in un’intervista al blogger Marco Taddei, è Stefania Franceschetti, che assieme al fratello rappresenta la quarta generazione di un famiglia che ancora oggi, dopo cento anni, continua a rappresentare ai massimi livelli l’arte calzaturiera italiana.