Da buyer a designer, per assecondare la passione per le calzature

[In cover: Daniele Giovani con una sua creazione]

Quello di Daniele Giovani è un percorso nella moda inverso rispetto a molti altri designer: dopo gli studi al Politecnico di Milano in Fashion Design nel 2009, una Laurea Magistralis in Strategia e Comunicazione della Marca, Moda e Design alla IULM, nel 2014 ha aperto un negozio di accessori a Milano per arrivare solo in seguito, nel 2022, a creare una collezione di calzature con il proprio nome. Ovviamente, dopo aver aggiunto un ulteriore tassello “accademico” per completare la conoscenza della calzatura: il Master in Accessory Design, sempre al Politecnico. Un percorso pianificato, fatto di step graduali per crearsi una esperienza a 360 gradi e capire i meccanismi del mondo della calzatura dal punto di vista del retail, attraverso il negozio multibrand, per arrivare poi a fare il designer. A legare queste scelte, sempre un fil rouge che affonda nella passione per gli accessori, come lui stesso ci spiega.

Qual è stato il percorso che ti ha portato a creare la prima collezione di calzature per la p/e 2023 con il marchio Daniele Giovani Design?

Dopo gli studi, nel 2014 ho aperto il negozio a Milano perchè ritenevo che fosse importante una esperienza commerciale per capire cosa sta dietro a un prodotto. Questo mi ha permesso di venire in contatto anche con la realtà industriale dei brand che vendo in negozio, di creare saldi legami con le aziende, facilitandomi nella scelta del calzaturificio per la mia linea, che è prodotta a Fermo nelle Marche.

Come mai proprio un negozio di accessori?

Innanzitutto ho aperto il negozio sulla spinta dell’Expo, motore propulsore per la città di Milano, e in una zona che stava cambiando il look con il progetto della nuova Darsena (la boutique è in Corso Genova 13, n.d.r.). E poi, chi si laurea al Politecnico ha una visione della moda molto legata all’architettura e poiché gli accessori si possono considerare delle piccole strutture architettoniche che implicano anche uno studio ergonomico –  ne sono un esempio certi tacchi-scultura – era inevitabile mi dedicassi a questa tipologia. Non per niente, tutte le lezioni sono tenute da architetti e le scarpe, le borse e i gioielli sono affrontati da questo punto di vista (la mia tesi infatti è stata in Jewel Design).  Quindi scarpe come oggetti preziosi, un concept che si riflette anche nella mia boutique-bomboniera.

Dal negozio alla collezione…

Ho sempre avuto in mente di realizzare un mio brand, non è un pensiero recente. La mia prima collaborazione creativa ha riguardato nel 2016 il profumo Perdizione con Nobile, che è venduto in tutto il mondo. Ma le scarpe, come dicevo sono la mia passione, e l’accessorio che più rappresenta la personalità di una persona. Quindi ho fatto il master in Accessory Design per approfondire la progettazione del prodotto.  Per realizzarlo, non potevo che rivolgermi ad aziende marchigiane che sono specializzate nella calzatura donna.

Come deve essere la tua calzatura ideale?  

Premetto che questo è un periodo socio-politico molto complesso e non facile da decodificare per capire cosa vuole il mercato. Siamo passati attraverso lo smart working che ha rilanciato il comfort nella moda, ma io ho pensato a qualcosa che facesse evadere dalla realtà e regalasse un pezzetto di sogno alle donne. Per questo ho chiamato la mia prima collezione, dedicata alla primavera/estate 2023, Metafore di Luce, giocata su pelli laminate e cangianti con un retro gusto medio-orientale perchè l’oro e la luce trasportano verso mete lontane. L’oro poi è qualcosa di durevole nella nostra cultura e immaginazione, in sintonia con momenti come questi, quando i periodi temporali sono segnati da eventi (il lockdown, le fasi dei colori delle regioni, ecc), si susseguono velocemente e non durano secoli, ma brevi intervalli, influenzando e modificando anche le scelte delle persone. Ad esempio, ho notato che a gennaio le persone sono più depresse e per i due mesi successivi fino alla primavera comprano solo cose molto pratiche, poi verso l’estate oggetti più preziosi. Un sentiment che ho rilevato anche in concomitanza con le notizie di decrescita dei contagi: quanto diminuiscono, la gente cerca qualcosa di maggior pregio. Il concetto della luce nella collezione vuole quindi esprimere positività e speranza che io ho interpretato attraverso materiali laminati e cangianti.

Quindi colori poco esuberanti o accesi?

Parlerei più di riflessi, di sfumature, di colori iridescenti: della notte con la vernice nera, dell’azzurro violaceo di certe albe o tramonti, dell’oro cangiante. I modelli spaziano dal tacco alto, al flat alle sneaker, perchè ritengo che ogni collezione debba avere una scarpa per ogni donna, purchè con un filo conduttore ben preciso.

Come mai hai scelto di esordire a Montecarlo?

Ho scelto il debutto a Montecarlo per vari motivi: è una città dall’indiscussa allure e dal punto di vista geografico rappresenta il crocevia fra Italia e Francia, che sono i paesi più concentrati sulla moda; la mia collezione è made in Italy, ma con un gusto monegasco, della Costa Azzurra. Inoltre, la Montecarlo Fashion week è diventata un hub per nuovi talenti. Quindi l’ho presentata durante tre momenti diversi: la sfilata Daniele Giovani Design solo dedicata alle mie scarpe all’ imponente Opera di Montecarlo, la presentazione ai buyer al CREM (Club des Résidents Etrangers de Monaco) e poi il 27 maggio al Grimaldi Forum, durante il celebre Amber Lounge Monaco Charity Fashion Show 2022 in Avenue Princesse Grace 10, dove ha sfilato con le mie scarpe la collezione di vestiti ALTER di Pauline Ducruet, figlia della principessa Stéphanie di Monaco.

Cosa cercano oggi le clienti?

In generale prodotti rassicuranti e duraturi, timeless, con un valore intrinseco. Ho notato che prima della pandemia il mio negozio era frequentato al 99% da donne che compravano per sé, dopo ho visto che si comprava di più per i regali e anche gli uomini hanno iniziato a frequentare il negozio per acquistare regali, per compleanni o ricorrenze, di valore più alto rispetto al passato.

Visto che è aumentata la frequentazione del tuo negozio da parte di un pubblico maschile, non hai pensato come buyer, e non come stilista,  di inserire anche le calzature da uomo?

L’uomo ha un concetto d’acquisto completamente diverso. Innanzitutto questo luogo è troppo intimo per l’uomo che ha bisogno di spazi più ampi e di un negozio con una offerta di total look  inclusiva anche di abbigliamento. La donna invece ama più ricercare i prodotti nei vari negozi. Ritengo quindi che siano due mondi e modalità d’acquisto diversi.

Quali sono i modelli che si stanno vendendo di più in questo periodo dei saldi?

Sandali per la cerimonia  in oro chiaro che piace perchè è una tonalità passe-par-tout facilmente abbinabile. Io stesso non amo i colori accesi e quindi ho proposto toni neutri per le calzature, ho lasciato qualche tocco di colore alle borse.

Quali saranno i best seller del prossimo inverno?

E’ difficile dire con certezza cosa andrà la prossima stagione. Dipenderà molto dal sentiment del momento. Sicuramente la mia clientela viene in boutique per cercare accessori non banali, però comodi e funzionali, come potrebbero essere per l’inverno i tronchetti con tacco sexy ma comodo o le slip on.

Fai anche scouting o ti orienti sui brand più conosciuti?  

Oltre a Fratelli Rossetti, Loriblu, Giorgio Fabiani, Pollini, Vic Matié, Baldinini e Orciani, Reptile House, Caterina Lucchi  per le borse, ho inserito  anche nuovi nomi come Hazy NYC, 7 am, 3 Juin per le scarpe e Giaquinto per le borse. Devo dire però che le persone si orientano per lo più sui marchi noti e rassicuranti.

Flavia Colli Franzone