Uno studio misura la circolarità della pelle rispetto ai materiali alternativi. Una campagna per sensibilizzare i consumatori
[In cover: La campagna Floor promossa dal Consorzio Vera Pelle Italiana Conciata al Vegetale]
La pelle conciata al vegetale è green con un contenuto medio di carbonio bio-based del 95% contro il 25% dei materiali alternativi. Lo dimostra una ricerca voluta dal Consorzio Vera Pelle Italiana Conciata al Vegetale, a cui fa seguito una campagna-floor sui marciapiedi di Milano. Autore dello studio è il chimico Gustavo Adrian Defeo che nei laboratori di Ars Tinctoria, specializzata in analisi al radiocarbonio, ha misurato l’incidenza del carbonio bio-based (di origine biologica) e la presenza di derivati del petrolio sui campioni delle 20 concerie toscane associate, confrontandolo con quello nei materiali alternativi. Le pelli analizzate con il 95% di carbonio bio-based condividono questo valore con altri materiali di origine biologica come la lana e il cotone, mentre certi materiali alternativi, a volte dichiarati sostenibili perchè derivanti da cactus, ananas, mela o altri tipi di vegetali, raggiungono solo il 25% di carbonio bio-based. Come si spiega questo ? “Perchè la pelle conciata al vegetale –conferma il presidente del Consorzio Leonardo Volpi – è il risultato di un antico processo artigianale, tramandato di generazione in generazione con poche modifiche, basato su materiali naturali: pelli, tannini, grassi, oli naturali e proteine naturali. Inoltre oggi, il processo di lavorazione sta andando verso la direzione di zero rifiuti: pelli, scarti e ritagli di pelle possono essere trasformati in fertilizzanti per agricoltura con un’altissima performance di cattura del carbonio”.
La campagna Floor a Milano
Poiché il greenwashing è sempre dietro l’angolo soprattutto oggi che si parla tanto di sostenibilità nel settore della moda, il Consorzio a febbraio ha lanciato una campagna-floor, attraverso trenta graffiti, su alcuni marciapiedi di Milano – intorno alla Stazione Centrale e nel quartiere di via Solari, punto di riferimento per la moda e il design – per coinvolgere e sensibilizzare un numero sempre più ampio di persone. Sui graffiti era riprodotta l’impronta di una mano e l’indicazione della percentuale media di carbonio bio-based nella pelle al vegetale, pari al 95%, confrontata con quello di origine fossile derivato dal petrolio che, nei materiali alternativi, incide per una media del 75%. Inoltre, un QRCode invitava chi passava a scoprire quanto siano sostenibili i capi e gli accessori indossati in quel momento, fornendo il rapporto percentuale: https://pellealvegetale.it/test-it/
Dal canto proprio, gli associati al Consorzio garantiscono la qualità attraverso un Disciplinare di Produzione, che rappresenta uno strumento di garanzia che va oltre la sostenibilità. Infatti, dettaglia l’origine dei pellami grezzi e le modalità di concia al vegetale, circostanzia la produzione toscana delle pelli e la conformità legislativa ambientale, sociale e di salute e sicurezza delle concerie che le producono. La conformità al Disciplinare, certificata da ICEC (Istituto di Certificazione della Qualità per l’Industria Conciaria) dopo la verifica 2022, garantisce oggi alle concerie associate la licenza d’uso dei marchi Pelle Conciata al Vegetale in Toscana e di Sostenibilità ICEC.

Concia, ingrasso in botte_Consorzio Vera Pelle Italiana Conciata al Vegetale