La storia di una realtà familiare la cui creatività, dedizione e passione per la bellezza ha portato a collaborare con le maison del lusso da oltre quarant’anni
LA NASCITA
Tra splendide rive, tanto verde e meravigliose ville palladiane, la Riviera del Brenta è il distretto calzaturiero che più di ogni altro è sinonimo di scarpe di lusso. Qui già nel Medioevo lavoravano i “calegheri”, i rinomati ciabattini veneti che per secoli si sono tramandati attività e saperi. La loro eredità è viva ancora oggi, raccolta dalle numerose aziende del territorio che producono alcune tra le più desiderate ed esclusive calzature a livello globale.
È in questo scenario che è nato il Calzaturificio Valbrenta di Galta di Vigonovo. Una storia legata a doppio filo a quella della famiglia Smajato, calzaturieri per professione e passione dal dopoguerra, quando Mario Smajato allestì un piccolo laboratorio in uno scantinato di casa propria, insieme ai fratelli Italo, Marcello, Benito e Arnaldo.
La passione per il bello, lo spirito innovativo, l’attenzione ai minimi dettagli e alla qualità dei materiali e delle lavorazioni portarono rapidamente il piccolo laboratorio al successo e a trasformarsi in una vera e propria azienda; ben presto la Calzaturificio Valbrenta venne notata dalle maison del lusso, iniziò così ad affiancare alle proprie linee le produzioni per le grandi firme che dagli anni ‘80 e ‘90 fecero sognare tutte le donne del mondo.


LA CRESCITA
In quello stesso periodo, i fondatori lasciarono la guida dell’azienda alla seconda generazione, che, mantenendo la cura artigianale della produzione, iniziò ad apportare innovazioni tecniche, gestionali e tecnologiche rendendo il Calzaturificio Valbrenta un’azienda organizzata, digitale, efficiente.
Oggi amministratore delegato del Calzaturificio Valbrenta è Paola Smajato, figlia di Mario, il fondatore. Paola è l’anima creativa e innovativa dell’azienda, sempre pronta a sperimentare nuove soluzioni, a creare commistioni tra professionalità vecchie e nuove, a introdurre nuovi sistemi e processi di lavorazione per offrire ai propri clienti un prodotto e un servizio eccellente. Il team guidato da Paola è eterogeneo sia per età, anche professionale, sia per formazione: troviamo artigiani con esperienza trentennale e giovani neo laureati, supportati nei vari settori — produzione, gestione, logistica — da società di consulenza esterne altamente specializzate che garantiscono un continuo benchmark con le migliori realtà produttive internazionali.
Alcuni dei figli degli altri fondatori sono parte costitutiva dell’azienda, come Lieta, a capo della gestione amministrativa e contabile, oltre che vice-presidente di ACRiB, Associazione Calzaturifici Riviera del Brenta, Ivano, anche lui figlio di Mario, esperto di materiali, mentre Renzo, figlio di Marcello, segue l’industrializzazione e la prototipia, e Katia, figlia di Benito, segue l’orlatura.

«La curiosità intellettuale e la formazione sono imprescindibili in qualsiasi rapporto professionale. Si deve sempre imparare e si impara anche dai più giovani. Tanto è vero che continuo a tornare sui banchi di scuola: io e il mio team siamo sempre attivi, in questi mesi frequentiamo un MBA alla LUISS di Roma» racconta Paola Smajato.
LA QUALITÀ
Calzaturificio Valbrenta lavora esclusivamente per marchi internazionali del lusso.
La cura maniacale dei dettagli, l’eccellenza manifatturiera, la professionalità, l’innovazione e la flessibilità sono i valori fondanti dell’azienda, che così soddisfa le molte ed eclettiche richieste dei clienti, garantendo un’altissima qualità e una rapida reattività.
«Io non dico mai di no» rivela Paola Smajato a Italian Shoes. «Davanti a una nuova sfida il mio primo pensiero è: “perché no?”. Da lì poi si parte per trovare le migliori soluzioni a tutti i problemi che potrebbero presentarsi».
Tutto questo necessita di organizzazione, che è un altro punto di forza del calzaturificio: «se hai una buona pianificazione» spiega l’amministratore delegato, «riesci ad avere il tempo da dedicare alla progettazione e al contempo ad anticipare le scadenze, gestendo al meglio le richieste dei direttori creativi o gli imprevisti, che, come abbiamo sperimentato in questi due anni di pandemia, hanno causato non pochi problemi, ma anche consentito alle aziende più innovative ed efficienti di distinguersi sul mercato».
«L’innovazione, essere costantemente all’avanguardia su tutte le tecniche e tecnologie di produzione, deve essere allineata a una grandissima attenzione verso la sostenibilità ambientale e sociale: l’innovazione non è un fine, ma un mezzo per esaltare i valori e le potenzialità delle persone e delle aziende nel rispetto dell’ambiente. La curiosità intellettuale e la formazione sono imprescindibili in qualsiasi rapporto professionale. Si deve sempre imparare e si impara anche dai più giovani. Tanto è vero che continuo a tornare sui banchi di scuola: io e il mio team siamo sempre attivi, in questi mesi frequentiamo un MBA alla LUISS di Roma» racconta Paola Smajato.
Paola è letteralmente cresciuta in azienda e oggi vive nella medesima casa in cui tutto iniziò e in cui suo padre allestì il primissimo laboratorio: «La casa è stata completamente ristrutturata ed ora è un ambiente minimalista e moderno che mi corrisponde, ma si sente tuttora il profumo delle prime scarpe che facevano qui».
In tanti anni l’azienda ha avuto il privilegio dì essere scelta dai più importanti stilisti internazionali per creare calzature su misura per celebrities e personaggi dì fama mondiale, tra cui Michelle Obama, che, durante la cerimonia di giuramento di suo marito per il secondo mandato come Presidente degli Stati Uniti, ha indossato un paio di calzature uscite proprio dal Calzaturificio Valbrenta.


IL FUTURO
In questi ultimi anni in azienda sta entrando la terza generazione, chiosa Smajato, ma aggiunge: «penso che un cambio generazionale non possa avvenire dalla sera alla mattina e ritengo che vada, in un certo senso, “progettato”, così che possa essere un’occasione per apportare nuove idee e creatività, non per reiterare il passato; in azienda entreranno solo figure altamente professionali, indipendentemente dalle radici familiari: oggi occorrono figure manageriali che operino di concerto in un sistema che funzioni».
In un segmento in cui si parla soprattutto di acquisizioni da parte dei grandi fondi di investimento, il Calzaturificio Valbrenta sembra invece più orientato verso la creazione di partnership e joint venture con i brand per i quali lavora.
Nonostante l’attuale situazione economica internazionale e la grande incognita rappresentata dalla pandemia, la visione dell’azienda è ottimistica: pur coi suoi alti e i suoi bassi, il settore del lusso continuerà ad andare avanti e a reinventarsi, dunque è e sarà sempre più importante l’innovazione coniugata all’altissima artigianalità, una organizzazione efficiente e attenta all’ambiente e al territorio.
«Sono legatissima alla Riviera del Brenta, e mio padre mi ha insegnato l’importanza di portare lavoro nel proprio territorio, di farlo crescere e soprattutto di fare rete. Ho un grande rispetto nei confronti del sostrato industriale di questa zona. Per me non esistono “concorrenti” ma colleghi» afferma Paola Smajato, che oltre al suo ruolo in azienda fa anche parte della commissione d’esame del Politecnico Calzaturiero della Riviera del Brenta: «amo entrare in relazione con le nuove generazioni» dichiara, «dar loro la possibilità — sempre più rara — di realizzare i loro campionari con la collaborazione delle aziende. I giovani, in questo settore, hanno bisogno di opportunità, e non di porte chiuse».


