12 designer emergenti hanno presentato le collezioni per l’autunno-inverno 2020/21. Fra sostenibilità e ricerca, spiegano qual è il loro modello preferito.
Una volta all’anno il Micam offre a 12 stilisti internazionali la possibilità di presentare le loro proposte a buyer e stampa durate una sfilata e in uno spazio dedicato all’ interno della manifestazione. Fra i modelli che compongono la collezione ce n’è sempre uno che meglio rappresenta il mood e la personalità di chi lo disegna. Ecco le loro scelte.
Timothée Paris – Masamitsu Hata e Pierre Rivière
“Il marchio parte dalla loafer che unisce classicità e comfort, ma si è poi ampliato con le sneaker. Ed è proprio una sneaker rossa dalla linea pulita, che va oltre la moda, a rappresentare al meglio la collezione”.

Maiorano – Matteo Maiorano
“Cerco un equilibrio fra calzatura e scultura, sintetizzato in questo stivale, formato da una scarpa in vitello bianco e una calza stretch, che appoggia su un tacco dorato di 3 cm”.

WXY – Joi Weng
“Il mio lavoro nasce dal concetto di “rispetto per la vita” che si riflette nell’uso consapevole dei materiali che non vanno sprecati, ma riutilizzati. Il tacco, che può essere ricoperto, è il punto focale delle mie calzature”.

Les Jeux du Marquis – Emanuele Coppari
“Il concept delle mie calzature è la modularità. Il look cambia a seconda degli accessori intercambiabili: la rosa, il pon pon, la frusta, la mascherina o la catena che può diventare anche un bracciale”.

Yatay – Umberto De Marco
“Al centro del brand c’è la sostenibilità perché l’80% della calzatura è biodegradabile grazie ai materiali usati che provengono dal mais e dai cereali. La sintesi perfetta è la sneaker: quando si acquista un albero verrà piantato e geolocalizzato attraverso il numero impresso sul tallone”.

DOTZ – Rodrigo Doxandabarat
“Tutto ruota intorno a un monoprodotto unisex, il mocassino, realizzato con il cotone ecologico brasiliano e facendo lavorare le persone delle favelas; le nappine e le etichette sono residui di produzione e quindi riciclati”.

Alohas – Inés Martin-Borregon
“Siamo nati con un prodotto tipicamente estivo come il sandalo, ora abbiamo aggiunto anche gli stivaletti declinati in vari modelli, come questo dal mood urbano e con la punta squadrata”.

Pijak Bumi – Asfales Rowland
“Il mio motto è ‘save fashion, save the world’. Proponiamo pezzi unici di sneaker dipinte a mano in Indonesia, e altri modelli in tessuti naturali e dettagli in fibra di cocco”.

A by Anabelle – Anabelle Tsitsin
“I miei segni distintivi sono la “tomaia Parigi”, ora proposta in strass, che rende omaggio alla Torre Eiffel e il tacco ad A che richiama il mio logo. In questa collezione utilizzo anche le piume, i fiocchi e le boule in svarowski”.

Déplacé – Marco Contigiani, Aldo e Leonardo D’Autilio
“Le nostre scarpe sono influenzate dal mondo della musica, dell’architettura e dei tatuaggi. La sneaker più nuova è l’espressione di design e funzionalità, sottolineata dalla coulisse, accessorio sia estetico che funzionale.”

Contre-Allée – Marouane Haial
“Il fil rouge è la rafia, che proviene da un tipo di palma presente in Madagascar, e che utilizziamo per far realizzare a mano dagli artigiani marocchini modelli classici come il mocassino doppia fibbia, la loafer e la ciabattina”.

Dyan – Diana Polgar
“Amo giocare con le simmetrie e asimmetrie., combinando tagli e forme geometriche. Sneaker e stivaletti hanno un look contemporaneo, ma sempre con una allure minimalista”.
