Lo stilista austriaco e l’AD del brand spiegano la neonata collaborazione

[In cover: Arthur Arbesser e Christian Prazzoli]

Un nuovo inizio, ma sempre nel segno della continuità: sembra un ossimoro ma da qui nasce il percorso dell’azienda romagnola verso il restyling, affidandosi a un noto stilista di abbigliamento e allo stesso tempo mantenendo i valori che caratterizzano il brand Baldinini, ossia le radici nel territorio e la qualità. Arthur Arbesser e l’AD di Baldinini, Christian Prazzoli ci spiegano cosa li ha spinti a iniziare questa collaborazione, che ha esordito a Pitti Uomo, ma che comprende anche le calzature donna.

Quali punti hanno in comune Arthur Arbesser e il marchio Baldinini?

Christian Prazzoli: condividiamo la stessa idea di qualità e di forte identità. 

Arthur Arbesser: siamo due mondi diversi ma proprio per questo è giusto collaborare, per contaminarli.

Arthur Arbesser ha uno spiccato senso del colore.

C.P: Il suo tocco di colore, le sue grafiche contribuiscono a togliere Baldinini dalla comfort zone che si era creato.

A.A: il colore vuole dare al brand una visione più moderna e contemporanea. Volevo trovare un equilibrio fra l’energia del colore e delle grafiche, che mi caratterizzano, e l’eleganza delle collezioni Baldinini. Per questo ho proposto un quadretto multicolor e un disegno astratto in bianco e nero, che indugia alle atmosfere anni Settanta.

Arbesser ha sempre disegnato scarpe per le sue sfilate, ma mai una collezione vera e propria.

Si, anche se erano solo scarpe per le mie sfilate ho sempre lavorato con aziende italiane. La calzatura fa la differenza nell’estetica di una persona e quindi è molto importante nell’insieme del vestire.

Come ha interpretato Arbesser il dna Baldinini?

C.P: ha usato le nostre forme, ma con fondi diversi. Ad esempio ha sviluppato un tacco pensato apposta per il texano, che è un modello storico del brand. 

A.A.: Lo stesso vale per il modello paraboot, un classico fra le calzature maschili, ma rivisto con l’uso del cavallino stampato. Per la donna ho inserito in collezione una scarpa con il cinturino alla caviglia con tacco bulky e tomaia in pelle specchiata. 

Per Arbesser, che proviene da un altro settore, quale modello è più difficile da ripensare sotto il profilo creativo? 

Sicuramente la sneaker, perché è un mondo a sé, anche se ormai ha invaso il mercato. Invece bisogna trovare il giusto mix ed equilibrio fra materiali e forme. 

Flavia Colli Franzone