Da un piccolo laboratorio sulle colline toscane, al mondo intero.

GLI INIZI

È il 1946 e in Toscana, come nel resto d’Italia, si comincia a ricostruire sulle rovine lasciate dalla Seconda Guerra Mondiale.
In un piccolo laboratorio in quel di Vinci, sulle verdi colline a pochi chilometri da Firenze, due fratelli iniziano a produrre scarpe in piccolo laboratorio. Si chiamano René e Valerio Borgioli, sono dei piccoli artigiani e sudano dalla mattina alla sera sui loro tavoli da lavoro, producendo interamente a mano e imparando pian piano il mestiere con la pratica, mettendo in ogni fase del lavoro la cura e il tempo necessari.

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LA CRESCITA

Col tempo i fratelli Borgioli cominciano a farsi conoscere. Le loro scarpe, fabbricate con le migliori pelli toscane, sono sempre più ricercate. Quella che era una minuscola impresa artigianale va ingrandendosi e negli anni ’80, con l’arrivo della seconda generazione, si struttura fino a diventare una vera e propria azienda: ora non si tratta di un laboratorio e quattro mani. Ora i fratelli Borgioli sono diventati Fratelli Borgioli, con una produzione conto terzi per alcuni tra i marchi di moda più prestigiosi e un proprio brand, che si fa conoscere in tutta Italia e poi anche all’estero per le sue calzature d’eccellenza.

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LA QUALITÀ

Nonostante l’espansione, nonostante una rete di distribuzione ormai di livello internazionale e un marchio noto a tutti i veri appassionati di scarpe italiane, la qualità resta sempre altissima. La qualità, in effetti, è sempre stata la “bussola” che ha guidato l’azienda.

Sono innanzitutto scarpe toscane, quelle di Fratelli Borgioli, prima ancora che Made in Italy. Tutto infatti viene realizzato in poche decine di chilometri dalla sede dell’azienda. Basta prendere idealmente un compasso, puntarlo su quella cittadina a forma di barca che è Vinci, tirare un cerchio di trenta chilometri o giù di lì e in quel pezzetto di territorio pieno di storia c’è tutto quel che serve per produrre una scarpa Fratelli Borgioli: le materie prime e soprattutto il know-how necessario per usarle e confezionarle al meglio — tanto che una singola scarpa può arrivare a richiedere quasi 200 passaggi.

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IL FUTURO

Oggi alla guida dell’azienda c’è Urbano Borgioli, figlio del fondatore Valerio, insieme a Giacomo Fioravanti, nipote di Urbano. Siamo alla terza generazione, per un’eccellenza italiana che si tiene stretta il passato (il laboratorio di René e Valerio è ancora lì, insieme agli attrezzi che utilizzavano) ma guarda al futuro, ai nuovi mercati, al commercio online, alla comunicazione sui social network, ma senza mai rinunciare alla qualità, vedi ad esempio la possibilità di ordinare online scarpe su misura e personalizzabili.

Urbano Borgioli e Giacomo Fioravanti, due generazioni alla guida dell'azienda

Urbano Borgioli e Giacomo Fioravanti, due generazioni alla guida dell’azienda

I SETTANT’ANNI

A proposito di passato e di futuro, in occasione dell’anniversario, Fratelli Borgioli ha lanciato in collaborazione con il Polimoda di Firenze un concorso di idee per la realizzazione di una scarpa celebrativa dei settant’anni.
A vincere il concorso è stato un giovane designer cinese, Zhang Jiawei, che ha ideato una scarpa in pelle marmorizzata (omaggio ai marmi toscani) con due 7 incrociati sulla mascherina. La scarpa, ribattezzata Scarpa del 70 è stata mostrata al pubblico, insieme alle nuove collezioni, lo scorso giugno, in occasione di Pitti Uomo.

Zhang Jiawei, studente del Polimoda di Firenze vincitore del concorso per la scarpa del settantesimo anniversario, insieme a Giacomo Fioravanti

Zhang Jiawei, studente del Polimoda di Firenze vincitore del concorso per la scarpa del settantesimo anniversario, insieme a Giacomo Fioravanti

La “scarpa del 70”

La “scarpa del 70”

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